Alessandro Zaccuri inedito. Dopo il miracolo.

Alessandro Zaccuri è un’illusione ottica: è velocissimo pur restando fermo. Il mondo gira vorticosamente attorno allo scrittore Zaccuri, ruota con le sue schegge caleidoscopiche che si compongono in immagine e si rifrangono. Zaccuri insegue la vorticosa rotazione del mondo. Meglio: dei mondi che si proiettano dalle pagine dei suoi libri in sequenze accelerate, e di cui suggerisce il filo di un senso nascosto, che pure ogni immagine ha: quello che lui insegue restando fermo. Zaccuri è Zen.

Provate a stargli dietro in quei libretti solo in apparenza stravaganti come In terra sconsacrata. Perché l’immaginario è ancora cristiano dove, rovesciando Rousseau, potremmo dire che l’autore “ pensa attraverso ciò che non è per spiegare ciò che è”: funzione fondamentale nell’immaginario della scrittura. E’ un tascabile Bompiani del 2008 dove si passa da un film horror come Silent Hill, al primo versetto del Vangelo di Giovanni, ai mostri, ai re, ai draghi nei mosaici della cattedrale di Otranto, alla scena finale di Matrix.

E’ proprio la velocità di questo repertorio dell’ immaginario , cristiano o no, ciò che mi fa tornare alla lettura del precedente Infinita notte, ovverosia Sanremo on air, come suggerisce la copertina mondadoriana: un romanzo di impossibile totale riuscita ma unico nella spasmodicità del gioco estremo di costruire un caleidoscopio letterario trasformando la spazzatura in un vortice di schegge di cristallo. A questo punto viene in mente la “trama della sestina con l’avanzare e retrocedere dei soggetti” di cui parla Zaccuri in un incontro con la redazione di Letture per l’uscita del suo primo romanzo Il signor figlio, romanzo di costruzione musicale, come qualcuno lo ha definito, di doppia e tripla fuga.

Ma la girandola vorticosa del mondo ha anche i suoi andante e i suoi adagio: ai primi aggiudicherei Milano, la città di nessuno,un “reportage visionario” come lo definisce l’autore; ai secondi Dopo il miracolo di imminente uscita da Mondadori. A proposito di questo nuovo romanzo sarebbe facile parlare, e qualcuno di sicuro ne parlerà, di una “svolta” del narratore Zaccuri. Ma le svolte di uno scrittore non esistono. Uno scrittore procede senza svoltare mai. Le sue svolte sono solo apparenti ( ancora l’apparenza).

In un paese dell’Appennino il dodicesimo figlio del ricco viticultore Defanti viene trovato impiccato alla cancellata del seminario della Vrezza. Suicidio su cui indaga l’ispettore Canova. La soluzione, se così si può dire senza svelare la trama, sta nella parola “miracolo”: miracolo è quello del caseggiato della Vrezza, scampato alle soldataglie napoleoniche, in cui ora alloggia il seminario; miracolo è la nascita del primo figlio dei Defanti al quale ne seguiranno altri undici; miracolo è la resurrezione della piccola Miriam per opera involontaria di don Alberto , prete tuttaltro che disponibile al soprannaturale. Tutto è miracolo. Ma non è questo che conta , non è il ‘fatto’ miracoloso ma, come bene indica il titolo, è Dopo il miracolo: ciò che il miracolo comporta per chi lo riceve. O, più semplicemente: per chi lo subisce. Scende il mistero. Sappiamo bene che in ogni religione il mistero riveste un ruolo determinante.Dopo il miracolo è un romanzo del mistero, non nel senso più apparente (ancora l’apparenza) dell’indagine, che pure viene condotta, ma in quello della fede. “Mistero della fede”: Quel credere che riveste di mistero ogni ‘avvenimento’ che chiamiamo ‘fatto’. E’ la crisi del reale.La realtà non esiste per se stessa, ma solo nel mistero. Ogni tanto il mistero può scivolare nella superstizione, che è sorellastra del mistero, ma i racconti di torme di fantasmi, come quelli che si possono incontrare salendo di notte oltre la Vrezza, svaniscono nell’irrealtà di fronte alla realtà del mistero.

Per Alessandro Zaccuri non si è ancora parlato di “scrittore cattolico”. Ma questa volta , con Dopo il miracolo, potrebbe toccare anche a lui. Ma corre talmente veloce sul filo che, forse, se la caverà.

Ferruccio Parazzoli

fonte: www.satisfiction.me

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