Bambino Gesù

Mistero dell’Incarnazione e Spirito dell’Infanzia al Carmelo

Bambino Gesù, sec. XIX, Enna, Monastero san Marco

La devozione al Bambino Gesù costituisce uno dei tratti caratteristici della spiritualità carmelitana. Essa risale ai primordi della storia dell’Ordine, ed è già documentata nella seconda metà del XIII secolo, come indica il formarsi di alcune leggende che raccontano della visita della Sacra Famiglia e di sant’Anna ai primi eremiti sul Monte Carmelo. Una tradizione attribuisce a sant’Alberto di Sicilia l’onore di avere stretto tra le braccia il Divino Pargolo.

Questa devozione, espressione della fede nel mistero dell’incarnazione, era vivissima nei monasteri e nei conventi carmelitani al tempo di santa Teresa di Gesù (1515-1582), e trova nella santa di Avila una vera apostola. Il primato appassionato che Teresa riconosce all’Umanità di Cristo nel cammino spirituale, trabocca di tenerezza per il Bambino Gesù, ed è posto al centro di tutta la sua esperienza: il Cristo di Teresa è il Dio che entra nella storia, che nasce, soffre, ama, che si fa nostro amico e partecipa alla vita di ciascuno. Penetrare sempre di più, sempre più a fondo nel mistero dell’Incarnazione è per Teresa una necessità imprescindibile, per la quale trova aiuto nell’uso delle immagini: «Buon mezzo per mantenervi ala presenza di Dio è di procurarvi una sua immagine o pittura che vi faccia devozione, non già per portarla sul petto senza mai guardarla, ma per servirvene e intrattenervi spesso con Lui; ed Egli vi suggerirà quello che dovrete dire» Per santa Teresa, tutta la santissima Umanità di Cristo, dalla culla al calvario, deve formare oggetto di meditazione, riflessione e modello di vita per chiunque voglia intraprendere il “cammino di perfezione”.

Un aneddoto molto semplice, ma troppo celebre e troppo fresco per non ricordarlo, la mostra mentre scende le scale del monastero e si trova d’un tratto di fronte ad un bambino. Subito gli chiede: «Come ti chiami, piccolino?». «E tu – risponde il fanciullo – come ti chiami?». «Io – risponde lei – sono Teresa di Gesù». «Ebbene io – continua il fanciullo – sono Gesù di Teresa».

Quando la riforma Teresiana varca i confini della penisola iberica la devozione al Bambino Gesù si estende negli altri paesi europei e nei territori di Missione. Durante gli instancabili viaggi per le nuove fondazioni, sui loro monasteri ambulanti, le monache, così come già la santa Madre, recano con sé una statuina in legno del Bambino e spesso vedono esaudite le loro preghiere persino in fatti che sconfinano nel miracoloso. Alcune statuine che popolano i monasteri e i conventi carmelitani d’Europa divengono celebri come quelle del Bambino Gesù di Praga.

Anche santa Teresa del Bambino Gesù (1873-1897) si proporrà di imitare Gesù Bambino facendosi piccola come Lui e anche lei imparerà la via della perfezione alla scuola del Bimbo divino. Dirà: «La perfezione mi appare come qualcosa di molto semplice: vedo che basta riconoscere il proprio nulla e abbandonarsi come un bimbo nelle braccia del buon Dio». La Santa di Lisieux durante la sua vita non bramerà altro che d’essere tutta e incondizionatamente Sua, il Suo «piccolo giocattolo», la «pallina», di Gesù Bambino abbandonata ai suoi «capricci infantili».

«Il mondo sta morendo per mancanza di infanzia» ha scritto Bernanos. Il Carmelo ha proprio il compito di ricordarci la parola del vangelo, l’invito a farci piccoli come il Bambino di Betlemme, a farci bambini di fronte a Dio, abbandonandoci alla tenerezza e alla ricchezza del suo amore.

Il Carmelo ed il Santo Bambino di Praga

Il culto all’Infanzia di Gesù nella comunità cristiana risale a più di un millennio fa e il suo contenuto rimanda essenzialmente alla contemplazione del mistero dell’Incarnazione del nostro Dio e Signore Gesù Cristo. Santa Teresa d’Avila, nelle sue fondazioni di nuovi monasteri di monache Carmelitane Scalze, aveva sempre con sé una statua del Santo Bambino Gesù. Proprio nella Spagna di questo periodo la sottolineatura dell’Incarnazione di Cristo e, di conseguenza, il culto per la sua Infanzia trovò una profonda risonanza. Il culto all’Infanzia di Gesù in Boemia (oggi Repubblica Ceka) è legato al tempo del barocco, e il Santo Bambino di Praga ne è il protagonista assoluto. La storia di questa particolare statua di cera comincia nel sud della Spagna, come opera di uno scultore sconosciuto. Si dice provenga da un convento tra Cordoba e Siviglia, nel quale viene venerata una copia in legno della statua. Da qui la trasse donna Isabela Manrique de Lara y Mendoza. Con la figlia Maria Manrique de Lara la statua prese la via della Boemia, essendosi sposata con un nobile ceko Vratislav di Pernstein. Come dono di nozze la ricevette sua figlia, Polyssena allorché si sposò con Vilem di Rozumberk. Ella prese con sé la statua del Santo Bambino anche nel suo secondo matrimonio, dopo la morte del primo marito. Si sposò con Zdenek Vojtech di Lobkowicz e, dal momento che non ebbe figlie, regalò la preziosa statuina al Priore dei Padri Carmelitani Scalzi, presso il convento di Santa Maria della Vittoria nel quartiere di Mala Strana in Praga. All’inizio la statua fu posta nella cappella del noviziato, secondo una consuetudine del Carmelo Teresiano. Nell’anno 1631 i Sassoni attaccarono Praga e nemmeno i conventi si salvarono dal saccheggio. La statua del Santo Bambino rimase seriamente danneggiata e gettata fra le rovine dietro all’altar maggiore. Fu ritrovata solo nel 1637, quando venne a Praga padre Cirillo della Madre di Dio, proveniente dal convento dei Padri Carmelitani Scalzi di Monaco di Baviera. Dopo molti sforzi, egli riuscì a far finanziare la riparazione delle manine della statua da un ufficiale della città. Il Santo Bambino divenne nuovamente oggetto di culto, e gli vennero attribuiti parecchi fenomeni miracolosi, fra cui la salvezza della città in occasione di un assedio degli Svedesi.

Preghiera:
O amabile Gesù Bambino, che per mezzo della tua prodigiosa immagine di Praga, volesti suscitare ed accendere sempre più il culto alla tua santa infanzia e rivelarci i tesori di grazie che hai riservato ai veri tuoi devoti, accogli questi bambini tra i tuoi amichetti preferiti, proteggili benedicendoli con la tua dolce manina.
A te consacriamo questi bambini e tutti i bambini del mondo: rivolgi loro il tuo tenero sorriso, segno di benevolenza e di amore.
Sorridi soprattutto ai tanti bambini che stanno male, che soffrono o sono abbandonati.
Tu sei Dio che hai voluto farti bambino, li affidiamo al mistero della tua santa infanzia passata come noi.
Conservali nella tua grazia, difendili da ogni male e continua ad essere per tutti loro il piccolo compagno della loro vita.
Fa che crescano sani e buoni vicino a te e che possano diventare grandi mantenendosi nella tua grazia.
Li presentiamo a te per mezzo della mamma tua, la vergine Maria che è anche mamma nostra e mamma di tutti i bambini del mondo.
Santo Bambino Gesù, benedicili, proteggili, santificali!