Dalle Costituzioni delle Carmelitane Scalze

Il Carmelo è totalmente mariano. Le Costituzioni danno rilievo a questo aspetto fondamentale della spiritualità dell’Ordine in tutti i suoi elementi, da quelli più profondi, come la vita in comunione e imitazione di Maria, fino a quelli più semplici, come la devozione personale e comunitaria.

Nella legislazione delle Carmelitane Scalze, il capitolo 2 delle Costituzioni stabilisce il principio del carattere mariano della nostra vita dicendo «Eleggendo la beata Vergine a Madre e Patrona, l’Ordine si mette sotto la sua protezione, proponendoci il mistero della sua vita e della sua unione con Cristo come modello e ideale di consacrazione». Tra le note della vocazione carmelitana si ricorda la chiamata a una vita vissuta «nell’intimità con la beata Vergine Maria» (Costituzioni n.10).

Il capitolo 3 delle Costituzioni ci dona, pur con brevità, una preziosa sintesi di storia e di spiritualità mariana, traccia le linee di una consacrazione religiosa che dev’essere, secondo la più pura tradizione del Carmelo, “mariaforme”, modellata su Maria; indica nella meditazione della parola di Dio il punto di convergenza tra una spiritualità carmelitana e una imitazione di Colei che «meditava tutti gli avvenimenti nel suo cuore» (Cfr. Lc 2, 19,51). Questa esperienza vitale e ininterrotta di amore e di venerazione della Madonna, si concentra nella celebrazione liturgica, nella devozione personale e comunitaria, in quella speciale dedizione al servizio e al culto della Vergine che caratterizza il Carmelo.

Il n. 53 delle Costituzioni sintetizza assai bene i motivi e gli aspetti di questa vita mariana. «Le Carmelitane Scalze, chiamate a far parte dell’Ordine della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, appartengono a una famiglia consacrata in modo particolare al suo amore e al suo culto e tendono alla perfezione evangelica in comunione con la santa Madre di Dio».

La prima parte del n. 54 delle Costituzioni offre nel testo e nelle note una sintesi della spiritualità mariana dell’Ordine nelle sue origini mentre la seconda parte presenta la logica continuazione, della esperienza mariana del Carmelo, in Santa Teresa e in San Giovanni della Croce con queste parole: «Santa Teresa di Gesù e San Giovanni della Croce hanno confermato e rinnovato la pietà mariana del Carmelo».

Senza dubbio il principio mariano della nostra vita deve partire, come già abbiamo potuto constatare nella spiritualità dell’Ordine, dal medesimo principio vitale del Carmelo che è l’orazione e la contemplazione. Per conoscere la Vergine dobbiamo contemplare la sua vita alla luce del Vangelo e penetrare con sapienza negli atteggiamenti evangelici che ce la presentano come Madre di Cristo e prima discepola del Signore: “«La contemplazione di Maria, perfetta realizzazione dell’ideale dell’Ordine, ci stimola a seguirne le orme» (Costituzioni n.55). Si può dire che la spiritualità del Carmelo Teresiano ha messo a fuoco in maniera assai attuale la devozione mariana, alla luce della Bibbia e del dogma.

Tra le virtù caratteristiche di Maria che possono avere un rilievo particolare per una Carmelitana, le Costituzioni ricordano: la sequela di Maria, come una forma di seguire Cristo, attraverso la sua vita evangelica; la povertà spirituale con tutte le risonanze bibliche che ha l’immagine di Maria “povera del Signore”, docile all’elezione divina e ardente nel cantare le sue meraviglie: la povertà spirituale ha le sue risonanze nella spiritualità della povertà e della rinuncia teresiana, nella vita teologale di Giovanni della Croce, nella confidenza illimitata di Santa Teresina, come cammino dell’infanzia spirituale. La meditazione costante della Parola di Dio è il comportamento evangelico che meglio manifesta la sintonia tra la vita di Maria e quella del Carmelo (cfr. Lc 2,19.51), a cui si aggiunge la multiforme espressione della carità, che in Maria riveste il carattere di offerta totale all’amore di Dio e al servizio dei fratelli, con amore di sposa e di madre, con una totale verginità del cuore e un’attenzione alle necessità del prossimo che Maria esprime con la sua intercessione a Cana.

La prima parte del n. 56 delle Costituzioni suggerisce un impegno di formazione spirituale per conoscere sempre meglio il mistero di Maria. In questo campo il primato va alla Sacra Scrittura. Alla luce della Scrittura si comprendono i dogmi della fede in cui la Vergine Maria appare sempre unita al mistero di Cristo e dello Spirito per illuminare e realizzare il mistero della Chiesa. Seguendo la tradizione dell’Ordine, dobbiamo attingere alle fonti pure della Scrittura, dei Santi Padri, del Magistero della Chiesa e della Liturgia rinnovata, la conoscenza della Vergine che ci porta all’imitazione delle sue virtù e alla comunione spirituale con la sua persona e con la sua stessa vita.