Nel segno di san Giovanni della Croce

70° Anniversario della fondazione del convento Carmelitano di Carlentini: 24/11/1946 – 14/12/2016
di padre Gaudenzio Gianninoto ocd*

Juan Ruiz de Luna, Incontro di  Santa Teresa con Giovanni della croce a Valladolid, 1939. del Palazzo Pimentel, Valladolid.

Queste sono parole di san Giovanni della Croce. Voglio ricordarle oggi perché la fondazione del Carmelo teresiano a Carlentini, per un disegno certo provvidenziale, è avvenuta il 24 novembre, allora, festa di san Giovanni della Croce, padre e fondatore con santa Teresa del Carmelo rinnovato. E oggi giustamente ricordiamo 70 anni di perseveranza, di presenza e di storia nella festa liturgica di san Giovanni della Croce.
C’è un motivo, un segno da leggere in questa data nella quale si fa memoria e festa di questo primo santo carmelitano scalzo, primo vero formatore dei carmelitani scalzi.
Negli anni passati abbiamo ricordato e celebrato in modi diversi, ogni decennio, questa ricorrenza, in particolare e in modo più solenne nel 1996 il 50°. In quelle occasioni abbiamo rifatto la storia, abbiamo ricordato i Padri e i Fratelli che fin dalla prima comunità sono stati presenti, le loro personalità, la memoria che hanno lasciato; i sacrifici specialmente nei primi anni, ma anche l’accoglienza straordinaria e calorosa del popolo, l’aiuto generoso di chi poteva di più, la grande stima che riscuotevano, la dedizione a ogni forma di apostolato per la cura sia dei piccoli come dei più grandi. Ricordiamo il Terz’Ordine molto numeroso e formato da molte giovani, il Coro, le Piccole Figlie di S. Teresa, il catechismo ai ragazzi, gli Scaut, ecc… Certamente molti, molti carlentinesi sono stati toccati, educati nella fede e per la vita, da questi Padri venuti dal Veneto.
Il Collegino di Via Duca degli Abruzzi, voluto da subito per il futuro del Carmelo in Sicilia, fa parte pienamente di questa storia carlentinese. Anche quello, nato in mezzo a strettezze d’ogni genere e povertà, è stato un’impresa coraggiosa e di vera fede e speranza. padre Teresio è stato il primo aspirante ed è qui con noi. Anch’io sono stato uno di quelli, ricordo molto bene quasi ogni giorno trascorso in questo poverissimo collegino, vedevo i grandi sacrifici dei Padri per curarsi di noi, ma sperimentavo l’affetto e la pazienza di padre Ezechiele, Isidoro, Anacleto, Saverio, dei fratelli Zenone e Mario. Tutto questa memoria e storia ci fa dire una cosa sola: È stata la volontà e la grazia di Dio che ha accompagnato la generosità dei Padri.
Poi dal 1975 Monte Carmelo, un frutto di Carlentini, unica fondazione con Carlentini. Mi limito solo a dire che i 4 giovani Padri che, figli del dopo-Concilio e degli anni 70, hanno desiderato e scelta questa esperienza, eravamo stati tutti e 4 aspiranti nel collegino di Carlentini, dove da subito ci avevano educato a pensare con responsabilità al futuro dell’Ordine in Sicilia.
Il terremoto del 1990 dopo il quale abbiamo fatto per circa due anni l’esperieenza prima nella tenda in piazza e poi nel prefabbricato della Caritas; allora questa comunità ha dimostrato impegno concreto e generoso per riparare e rendere al più presto agibile questa chiesa.
Questa storia e la nostra storia personale di questi anni, non solo di noi Padri, ma di voi tutti qui presenti, e di molti altri carlentinesi, di molti che già sono nella Casa del Padre, è una storia di grazia, di salvezza, spiegabile solo con l’amore di Dio che ci ha accompagnato, che ci ha sostenuto, che ha nutrito e nutre la nostra fede, la speranza e l’amore fraterno che ci unisce.
Grazia e amore che ci ha ottenuto certamente la Vergine Santa, la Madonna del Carmelo, patrona di questa chiesa e patrona di Monte Carmelo. Lei è la Mamma che sempre con discrezione e tanto amore ci compatisce, ci sta vicina, ci scusa, ci evita gli sbagli, e specialmente ci indica il Figlio suo e a lui ci conduce.
Infatti se andiamo in profondità a cercare Chi sta al centro di questa storia particolare dobbiamo scoprire con riconoscenza che è proprio il Figlio di Maria, Gesù Cristo. Perciò ora vi dico perché questa fondazione porta il segno di san Giovanni della Croce.

San Giovanni della croce, sec XVIII

L’Arcivescovo di Siracusa, Mons. Ettore Baranzini, quando concesse alla Provincia Veneta di fondare a Ragusa, mise come condizione che venissero a fondare anche a Carlentini. Una condizione che manifesta la preoccupazione del Pastore per le necessità spirituali e cristiane di questo nostro paese. Vuol dire che c’era un’urgenza.
Il testo di san Giovanni della Croce, riferito sopra, dice e sintetizza il pensiero fondamentale di questo Padre del Carmelo: «Guarda bene Gesù Cristo e in lui troverai già fatto e detto molto più di quanto tu desideri. Gesù Cristo!» È questa la fede pura e semplice, solo Gesù Cristo è il Salvatore, questa fede è la radice più pura del carisma carmelitano, è diventata la Regola del Carmelo, dire e annunciare Gesù è la missione dei carmelitani. In questa chiesa difatti non avete sentito parlare spesso di altre devozioni particolari (per quanto rispettabili): «In lui troverai molto più di quanto tu desideri». Il Crocifisso, bellissimo, che troneggia in questa chiesa è il simbolo eloquente di questa predilezione e spiega il significato primo di questa fondazione. Anche senza esserne del tutto coscienti, questo è stato e resta il motivo profondo del perché san Giovanni della Croce ci è stato dato come Padre e ispiratore di questo Carmelo di Carlentini.
Così ci accorgiamo, sempre dopo magari, che la storia la conduce Lui, il Signore.
Il primo nostro dovere questa sera è quello di ringraziare con questa Eucaristia Dio Padre per quanto stiamo ricordando, perché ci ha amati e ci sta amando e salvando attraverso una storia ben visibile, che possiamo raccontare, come questa della fondazione di un convento carmelitano a Carlentini.
L’incarnazione del Figlio di Dio, che ricordiamo a Natale, per noi si è manifestata e si è fatta vicenda umana, concreta in persone che sono venute qui, che hanno servito nell’annunciare Gesù, hanno dato in suo nome i sacramenti, hanno creato occasioni di conversione e di grazia, hanno perseverato.
Però voglio anche dichiarare con convinzione che questo è anche un avvenimento di popolo, Padri e fedeli: in tutti Gesù si è fatto carne, umanità credente; di questi 70 anni di storia stiamo ricordando e raccontiamo come siamo diventati corpo di Cristo, per quanto poveri e con tanti limiti. E questo dobbiamo continuare a custodire e a vivere, ora in tempi e situazioni diverse. Il segno – testimonianza che dobbiamo dare nel nostro ambiente, è proprio quello ben affermato da san Giovanni della Croce: «Fissa gli occhi su Lui solo, su Gesù Cristo, nel quale Dio Padre ti ha detto e rivelato tutto, e vi troverai anche più di quanto chiedi e desideri».

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