E’ stata respinta la richiesta della corrente politica di Ravalomanana di presentare un altro candidato alle presidenziali in agenda per il 25 ottobre. “La domanda non può essere accolta in quanto la scadenza legale si è conclusa il 21 agosto, quindi ora è troppo tardi” ha risposto la Corte elettorale speciale (Ces) al ricorso presentato dal fronte dell’ex presidente Marc Ravalomanana, destituito nel 2009 e da allora esiliato in Sudafrica.
Dieci giorni fa, dopo una lunga mediazione della comunità internazionale per risolvere la crisi elettorale, una nuova Ces è stata istituita. Per rilanciare un processo credibile la Ces ha annullato tre candidature controverse: quelle di Lalao Ravalomanana, moglie, dell’attuale uomo forte dell’isola Andry Rajoelina e dell’ex presidente Didier Ratsirika. Il fronte Ravalomanana ha respinto l’ultima decisione e presentato un ricorso per chiedere la possibilità di candidare un sostituto alla moglie dell’ex presidente.
A questo punto, dopo il rifiuto della Ces, la corrente dell’ex capo di Stato deve delineare una nuova strategia. In base ad alcune indiscrezioni diffuse dalla stampa locale sembra esclusa la possibilità di sostenere uno dei 33 candidati convalidati dall’organismo elettorale, di cui alcuni erano ex alleati di Ravalomanana. Sono state annunciate iniziative di protesta e alla fine potrebbe optare per un boicottaggio delle urne.
Per i mediatori della Comunità di sviluppo dell’Africa australe (Sadc), il caso è chiuso e ora “la parola passa al popolo malgascio attraverso le urne”. Escluso anche lui dalle presidenziali, Rajoelina ha annunciato: “Prima o poi tornerò, ne sono convinto. Sarò ancora una soluzione per il Madagascar di domani e per il popolo…ora prevale l’interesse superiore della nazione sull’ ambizione di candidarmi”.
Il prossimo 25 ottobre i malgasci andranno alle urne per il primo turno delle presidenziali e le legislative, mentre l’eventuale ballottaggio è in agenda per il 20 dicembre. Alle legislative sono in lizza 893 candidati in 119 distretti elettorali. Si tratta di un voto atteso da tempo e cruciale per il futuro del paese, teatro di una crisi politico-istituzionale dalla destituzione di Ravalomanana quattro anni fa dal giovane sindaco di Antananarivo, Rajoelina. Da allora le condizioni socio-economiche della popolazione dell’isola già povera si sono ulteriormente aggravate.
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