Lo scorso 28 giugno Benedetto XVI ha autorizzato la congregazione vaticana per le cause dei santi a promulgare sedici decreti riguardanti cause di beatificazione e canonizzazione.Tra questi, ha fatto spicco il decreto relativo al “martirio del servo di Dio Giuseppe Puglisi, sacerdote diocesano, nato a Palermo il 15 settembre 1937 ed ivi ucciso, in odio alla fede, il 15 settembre 1993″.Don Puglisi è il primo sacerdote ucciso dalla mafia il cui martirio viene riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa.
Cinque giorni dopo, su “L’Osservatore Romano”, il cardinale Angelo Amato, prefetto della congregazione per le cause dei santi, ha così chiarito il significato della qualifica di “martire” applicata a don Puglisi:
“Si tratta di una causa di martirio, perché è stato ucciso ‘in odium fidei’. Ovviamente, bisogna chiarire cosa significa ‘in odium fidei’, dal momento che la mafia viene descritta spesso come una realtà ‘religiosa’, una realtà i cui membri sembrano apparentemente molto devoti.
“In effetti, noi abbiamo approfondito questo aspetto e abbiamo visto come, da una parte, abbiamo un’organizzazione che, più che ‘religiosa’, è essenzialmente ‘idolatrica’. Anche il paganesimo antico era ‘religioso’, ma la sua religiosità era rivolta agli idoli. Nella mafia gli idoli sono il potere, il denaro e la prevaricazione. È quindi una società che, con un involucro pseudo religioso, veicola un’etica antievangelica, che va contro i dieci comandamenti e il Vangelo.
“La Scrittura dice: non uccidere, non dire falsa testimonianza. Nella ideologia mafiosa, invece, si fa esattamente l’opposto. Gesù ha detto di perdonare ai nemici e qui troviamo il contrario: la vendetta. La mafia è intrinsecamente anticristiana.
“Per di più, l’odio verso don Puglisi era determinato semplicemente dal fatto che si trattava di un sacerdote che educava i giovani alla vita buona del Vangelo. Dunque sottraeva le nuove generazioni alla nefasta influenza della malavita.
“Don Puglisi è stato ucciso in quanto sacerdote, non perché immerso in attività socio-politiche particolari. Ucciso in quanto predicava la dottrina cristiana ed educava i giovani a vivere con coerenza il loro battesimo. Non per altro. Non andava contro nessuno. Per la sua causa di santità si è fatta promotrice l’arcidiocesi di Palermo”.
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