La fiducia: chiave che apre il cuore di Dio

La preghiera di intercessione in Madre Candida e l’ardore dei padri carmelitani nella fondazione del convento di Ragusa.
di Mariagrazia Licitra

Marco Rupnik, Mosaico del battistero (particolare), 2015, Casciago, Varese, Chiesa dei santi Agostino e Monica

Il tema scelto “La fiducia: chiave che apre il cuore di Dio”, vuole essere anzitutto un omaggio alla presenza di Gesù Cristo nell’Eucaristia e quale giorno più adatto se non questo in cui ricorre il decimo anniversario del presunto miracolo della moltiplicazione delle Ostie! ICredo di interpretare bene la volontà di Madre Candida se nel giorno di questo anniversario la nostra attenzione e il nostro sorriso, il nostro bacio, una nostra carezza va col cuore, col pensiero ma anche con l’atteggiamento del nostro corpo alla presenza di Gesù nell’Eucaristia.
Come ben sapete, Madre Candida (1884-1949), è nata da una famiglia molto religiosa che le ha insegnato il rispetto della presenza di Dio, della Madonna insieme a numerose pratiche devozionali del tempo. Tuttavia, bisogna riconoscere che c’è stato un momento in cui nell’esistenza concreta di Madre Candida è avvenuta una rivoluzione spirituale. Mi riferisco al momento in cui lei ha scoperto che in quell’Ostia abitava il “Divin Prigioniero”: abitava Gesù. Da allora tutta la sua preghiera e la sua vita sono state indirizzate a Lui, tutto era per Gesù Ostia, Lui era il motivo della sua esistenza più vera.
Quando ho ascoltato Madre Candida attraverso i suoi scritti, ho scoperto come questa donna non considerava l’Eucaristia una cosa, ma un personaggio vivo, la persona di Gesù Cristo. Davanti ad un rapporto così mi sono detta: Bellissimo! Vorrei anch’io un rapporto simile con l’Eucaristia. Però è come se per un momento io avessi considerato che tra Gesù e Madre Candida avvenisse un fatto esclusivamente intimo, qualcosa che riguardava soltanto loro due: Gesù e lei, lei e Gesù! Dall’altra pensavo: una Santa del genere può!
Credo che Madre Candida mi accompagni con la sua intercessione facendomi riflettere nella mia vita. Infatti, da un po’ di tempo a questa parte considero che lei non ha avuto solo un rapporto intimo con Gesù Ostia. Piuttosto la prima cosa che lei ha fatto quando ha scoperto Gesù nell’Ostia è stata quella di dirgli, parafrasando le sue parole: «Gesù, metti il mio cuore come lampada in tutti i tabernacoli del mondo perché io resti con te e ti faccia compagnia, ti dia lode, ti dia amore, ti dia riconoscimento, per me e per tutte le creature – ha sottolineato – che non ti amano e non ti conoscono».
E io, questa espressione «per tutte le creature» l’avevo messa da parte, non era un aspetto che avevo considerato.
La prima cosa che Madre Candida fa davanti alla scoperta di Gesù Eucaristia è portargli tutti gli affetti, tutto il suo mondo, tutte le persone che aveva nel cuore. Per questo vorrei soffermarmi brevemente con voi sul valore della preghiera di intercessione nel pensiero di Madre Candida.
Nella Bibbia il verbo intercedere vuol dire letteralmente mettersi in mezzo tra qualcuno e qualcun altro. Nella Bibbia ci sono diversi esempi di preghiera di intercessione. Pensiamo ad Abramo, venuto a conoscenza dell’intento di Dio di voler distruggere Sodoma, va alla presenza di Dio e lo prega di non farlo, quasi osando, si appella alla giustizia di un Dio che non lascia perire insieme il giusto e l’empio. Abramo si mise in mezzo tra Dio e gli abitanti di quella città ritenuti dei peccatori (cfr. Gs 18, 16-33).
Pensiamo anche a Mosè. Un giorno il popolo di Israele era in guerra contra Amalek e Mosè come sua partecipazione alla lotta sale sul monte e stende le sue mani in preghiera per il popolo. La Bibbia racconta che nel momento in cui Mosè abbassava le mani il popolo perdeva, quando le alzava ritornava a vincere; così Mosè chiama Giosuè ed Aronne per farsi reggere le mani, finché il popolo non vince la battaglia (cfr. Es 17,8-16). Un’altra figura che intercede nella Bibbia è Maria alle nozze di Canan: Maria si mette in mezzo tra Gesù e quegli sposi (cfr. Gv 2, 1-12). L’intercessore per eccellenza nella Bibbia rimane Gesù, il Dio che si è fatto uomo e che stende le braccia tra il Cielo e la terra, che si mette in mezzo per dire a noi: siete miei fratelli e avete in Cielo un Padre che potete chiamare papà. E per dire a Dio: questi sono i tuoi figli come lo sono io. Anche Madre Candida è stata capace di mettersi in mezzo. Nel suo specifico si è messa in mezzo esattamente tra Gesù Ostia e le necessità dei fratelli che aveva accanto, questo è lo specifico della sua preghiera di intercessione: lei chiedeva tramite Gesù Eucaristia.
Mi sono chiesta: Da cosa nasceva la necessità di intercedere in Madre Candida?
Faccio riferimento ad una espressione, e ringrazio Suor Paola per avermela suggerita: «per Madre Candida Gesù Ostia è stata come una lente». Per esempio, ormai ci sono i film 3D, per vederli occorre mettere degli occhiali adatti altrimenti non è possibile.
Nella vita di Madre Candida, Gesù Ostia è stata quella lente che le ha permesso di vedere tutte le realtà che aveva attorno con gli occhi stessi di Gesù. Allora la fonte della preghiera di intercessione di Madre Candida rimane sempre Gesù Ostia. La Madre racconta, nello scritto Colloqui Eucaristici, che la lezione più bella ricevuta sull’amore per il prossimo è stata durante la comunione eucaristica. Nel momento in cui riceveva la comunione lei era sicura di aver ricevuto Gesù, quindi il cuore di Gesù palpitava con il suo, questo vuol dire che non esisteva per lei una lezione più grande di questa che su come si ama una persona. Quando la Madre riceveva la comunione non poteva che amare! Gesù Ostia stesso le ha insegnato come volere bene gli altri e forte di questa presenza dentro di lei Madre Candida riusciva, come quel buon samaritano nel Vangelo, a vedere quello che tutti comunemente non vedevano, a vedere le necessità degli altri. Vedere, guardare, accorgersi, il contatto con l’Eucaristia ha fatto sì che Madre Candida potesse rafforzarsi, potesse crescere nell’amore verso il prossimo. Inoltre il contatto con l’Eucaristia ha permesso a Madre Candida di desiderare. Tutti abbiamo dei desideri profondi nel cuore e quando siamo a contatto con l’Eucaristia è come se si avverasse quell’augurio di San Paolo, quando dice: «Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù» (Fil 2,5).
Così quando Madre Candida pregava per gli altri, siccome la sua volontà era così unita e fusa con quella di Gesù, lei poteva desiderare e volere quello che voleva Gesù. Allora la sua preghiera diventava quello che voleva Gesù. Erano così in sintonia che volevano la stessa cosa.
Ancora uno spunto di riflessione…
C’è una fiducia di fondo che muove la preghiera di intercessione in Madre Candida, lei lo racconta sempre in Colloqui Eucaristici, quando si rende conto che il sollevarsi dell’Ostia e del Calice del Vino nei vari sacrifici della Messa che avvengono in tutto il mondo sono le colonne del mondo, attraverso le quali, per la bontà di Gesù, il mondo non crolla.
Secondo Madre Candida: «Gesù è la supplica perenne che per noi intercede, è il motivo di tante grazie e misericordie che dal seno del Padre piovono sino a noi, sulla terra e su ogni anima».
L’intuizione di Madre Candida è stata nel capire che il sacrificio della croce di Gesù, compiuto una volta per sempre sul Calvario, continuava a ripetersi, in forma sacramentale sull’altare. Quello di Gesù è il sacrificio perfetto, quindi la preghiera della Madre consisteva nel mettere le sue richieste e i suoi sacrifici in quel Sacrificio. Pensiamo come se dovessimo attraversare una foresta completamente al buio. Una persona prima di noi ha già tracciato la strada ed ha messo anche delle luci su quella strada.
Così il sacrificio di Gesù! Non c’è bisogno che noi in quella foresta oscura dobbiamo tracciare un’altra sentiero per passare, possiamo già andare su quel sentiero tracciato da Gesù. Quando Gesù si offre sulla croce è l’offerta perfetta al Padre, Egli non rifiuterà questa offerta, perché è il Suo Figlio che si dona! E se allora io metto la mia offerta in questa offerta perfetta di Gesù, allora arriverà direttamente al Padre e non potrà essere rifiutata.
Le preghiere di intercessione di Madre Candida erano fondate sull’Eucaristia. Vi riporto qualche espressione emersa dalle sue lettere. A Celestina scriveva: «Pregherò, farò violenza a Gesù, anche per la sua mamma e la sua sorellina». La Madre credeva che la preghiera poteva arrivare dappertutto e nella confidenza che aveva con lui era certa di far violenza.
Ancora un’espressione: «L’ho ricordata e la ricorderò nella preghiera», «Le assicuro che abbiamo pregato e ancora lo faremo, appoggiando tutto ai meriti infiniti del nostro Gesù».
A Giuseppina chiede: «Nelle tue soste ai Suoi piedi ricordami assai e pensa tanto ai poveri peccatori, specie ad uno che ti raccomando». In un’altra lettera scrive: «Bisogna affrettare con la preghiera». Ancora: «E che regalo mi fa assicurandomi alle sue preghiere, alla santa Messa e alla Comunione».
Per Madre Candida la messa e la comunione erano i mezzi più perfetti per intercedere. Lei chiedeva preghiere tramite la Comunione. In queste lettere ho trovato la pratica di fare la comunione per qualcuno per cui si vuol pregare e parlando con suor Paola, mi raccontava che questo uso di intercessione loro continuano a svolgerlo per particolari necessità.
Spesso siamo abituati a farci dei regali materiali ma mai un regalo spirituale. Spesso siamo così ancorati alla nostra realtà materiale che mai vediamo che essa è mossa dalla nostra realtà interiore. In una lettera la Madre chiede: «Mi raccomando sempre alle sue Sante Messe».
«Ci ricordi sempre al Santo Altare».
«L’affido a Maria sotto il suo manto».
Chiede ad Agatina: «Hai fatto qualche Comunione per me?»
Madre Candida credeva nell’intercessione eucaristica, se così si può chiamare. Non c’è forma più alta per far questo. Mi è accaduto di pregare per una persona che doveva fare delle scelte ed era confusa. Nella mia superficialità dicevo nella mia preghiera: «Gesù ti affido questa persona».
Un giorno andando a Messa, un sacerdote ha fatto come una luce sulla mia preghiera di intercessione: per poter pregare per una persona potevo chiedere al sacerdote di celebrare la Messa per la persona in questione. Sapevo che potevo andare all’Adorazione per questa persona e la sua scelta […] Lì per lì pensavo non stesse succedendo nulla, quasi quasi pensavo che la mia preghiera potesse dare un colpo di bacchetta magica e invece mi sono sentita ascoltata dal Signore perché il Signore ha lavorato dentro il cuore di questa persona, ha tolta la confusione dal suo cuore, l’ha portata alla pace della sua scelta. La preghiera per lei ha portato come ad un cammino di guarigione personale. Ho scoperto quanto la preghiera potesse essere potente nel toccare il cuore delle persone, quanto potesse essere sanante. Anche se noi non vediamo dove va a finire, anche se sul momento sembra che abbiamo recitato una formula e fatto una pratica comune. Il Signore sa dove mettere la nostra preghiera se così si può dire. Lo Spirito Santo conosce il bisogno dei cuori e lo Spirito Santo è presente nell’Eucaristia e quando noi preghiamo nell’Eucaristia lo Spirito Santo compie la sua opera nella nostra intercessione.
Uno dei frutti concreti e visibili della preghiera di intercessione di Madre Candida è stato l’arrivo dei padri Carmelitani a Ragusa. Siamo in tempi difficili, la guerra aveva stremato il mondo intero, gli ordini religiosi erano stati soppressi. E già prima della guerra c’era il desiderio che in Sicilia potesse rifiorire il ramo maschile dei carmelitani. Nel frattempo esisteva il monastero di Ragusa ed era forte. Padre Pier Tommaso della Vergine del Carmelo aveva fatto una visita nei monasteri di Ragusa, Chiaramonte, Vizzini confermando così il suo desiderio del ritorno del Carmelo in Sicilia.
È stato un periodo duro ma la preghiera di quella donna, lo sappiamo da molte testimonianze di persone vissute con Madre Candida, che lei pregò e fece pregare intensamente per questo ritorno. Anche Padre Giorgio La Perla desiderava insieme alla Madre che l’assistenza spirituale delle carmelitane di Ragusa potesse essere affidata ai padri dello stesso carisma. I padri della provincia veneta erano animati da un ardore e uno zelo, dono di Dio, che affrontarono tutte le intemperie.
La sera del 28 settembre 1946 arrivarono a Ragusa Padre Casimiro del Preziosissimo Sangue, Padre Pasquale del Santissimo Sacramento, Padre Paolo di Santa Teresa, Fra Silvestro di San Giovanni della Croce e trovarono ospitalità per sette mesi nella foresteria del monastero femminile di Ragusa. Nel frattempo cercarono un altro tipo di alloggio e ci fu un vecchietto che abitava in campagna e mise a disposizione dei padri la sua casa, fatta di tre stanze, quando pioveva si riempiva d’acqua. Affrontarono una povertà grande, non fu una passeggiata!
Quando leggevo queste testimonianze pensavo: chissà quante volte avranno pensato se erano sulla strada giusta o stavano sbagliando, forse si saranno scoraggiati. Eppure la loro fiducia in Dio, la loro perseveranza ha permesso che il loro zelo li potesse fare andare avanti in quest’opera. Le vicissitudini sono state varie, i padri hanno occupato qualche aula del vecchio Liceo Classico di Ragusa, accordi vari con il sindaco, finché non è stato portato a termine il santuario nel 1962 che oggi conosciamo tutti. Mi colpisce il discorso di Padre Casimiro disse ai fedeli: «Non siamo qui per fare conquiste o per fare soldi, noi siamo qui per la gloria di Dio e per il bene delle anime».
Nel Vangelo, Gesù, dovendo annunciare la buona notizia ed essendo troppa la confusione, chiede a Pietro di salire sulla sua barca e si legge che la folla faceva ressa su di lui per ascoltarlo. Quando i padri sono arrivati a Ragusa le messe erano pienissime per amore di poter ascoltare la parola del Vangelo.
Quando lo Spirito Santo soffia nella sua chiesa la sua opera è perfetta, apparentemente non si capisce e sembra piena di imperfezioni perché noi siamo imperfetti, apparentemente sembra che il suo disegno non sia chiaro ma con il tempo lo Spirito Santo fa il suo capolavoro esatto. Dico questo in riferimento alla spiritualità carmelitana. Pensavo al connubio perfetto tra il ramo femminile che con la sua preghiera, con la sua contemplazione, con la sua forza di intercedere e mi riferisco a Madre Candida e alle sue consorelle che in quel periodo hanno pregato a più non posso, e il ramo maschile che con il suo zelo, con la sua forza che gli veniva dal Signore hanno fatto sì che l’opera di Dio si potesse concretizzare qui nel monastero di Ragusa. Da una parte la contemplazione, dall’altra l’azione, messi insieme a servizio della gloria di Dio e del bene delle anime. Se non ci fosse stato uno non ci poteva essere l’altro: la preghiera e l’azione.
Questa sera cosa portiamo con noi a casa? Come è la nostra vita? Come sono le nostre azioni e da dove partono? La nostra preghiera? Crediamo nella potenza della preghiera nelle necessità o ricorriamo alla preghiera come ultimo stadio di rassegnazione? Come tappa buchi! Quando pensiamo ad una persona che ha bisogno la preghiera è il nostro primo pensiero? Prima di agire preghiamo? La preghiera, se carica di fiducia, è quella chiave che ci permette di entrare nel cuore di Dio. Perché dove Dio trova fiducia compie la sua opera.

* Testo dell’incontro tenuto il 15/01/2017 nella Chiesa delle Carmelitane Scalze a Ragusa, in occasione del X anniversario del presunto miracolo della moltiplicazione delle ostie.

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