Gli Scritti
Normalmente gli scritti di san Giovanni della Croce vengono distinti in maggiori e minori. I maggiori sono: Salita del Monte Carmelo, Notte oscura, Cantico spirituale, Fiamma viva d’amore. Ricordo che Cantico e Fiamma esistono in duplice redazione, distinte in edizione A, edizione B.
Gli scritti minori comprendono: Poesie, Cautele, Consigli per raggiungere la perfezione, Parole di luce e di amore, Epistolario. Gli scritti maggiori sono tutti commenti a poesie. La Salita e la Notte sono commenti alle otto strofe della stessa poesia: In una notte oscura. Il Cantico spirituale è il commento alle 40 strofe della poesia che incomincia con il verso: “Dove ti sei nascosto?”. La Fiamma viva d’amore è il commento delle quattro strofe della poesia omonima.
Origine degli scritti
Gli studiosi ci dicono che Giovanni della Croce non è uno scrittore di professione. Non è un professore che scrive per fare opere di ricerca o di cultura. Egli scrive soprattutto per aiutare le anime a camminare speditamente, con sicurezza e tranquillità, verso la perfezione. Soprattutto in Salita e in Notte egli è mosso dal venire incontro alle anime che, sollecitate dalla grazia ad elevarsi a maggiore perfezione nelle vie dell’orazione e dell’amicizia con Dio, non collaborano con l’azione divina, ma spesso la ostacolano, o per timore d’impegnarsi a fondo, o per ignoranza, o per una direzione sbagliata.
Giovanni ha una lunga esperienza di questa realtà, e nella sua direzione spirituale ha dato luce e sicurezza a molte persone. Spesso hanno fatto ricorso al suo magistero spirituale e lo hanno sollecitato a mettere per iscritto tanta saggezza. Egli, dunque, scrive per rendere un servizio, del quale sa e il bisogno e la preziosità. Questo intento lo confessa apertamente nel Prologo alla Salita del Monte Carmelo, ma vale anche, anzi soprattutto, per la Notte. Infatti la lunga e tenebrosa purificazione che l’anima deve attraversare per arrivare alla intima unione mistica con Dio, costituisce un cammino arduo e oscuro, e perciò è più che mai necessaria una guida esperta che stimoli e dia sicurezza. E Giovanni è per eccellenza la guida scelta da Dio per guidare in questo cammino.
Quanto al Cantico spirituale e alla Fiamma viva d’amore penso che la sorgente sia soprattutto una straordinaria pienezza di esperienza mistica e di vita divina, di quell’amore che, acceso all’amore infinito di Dio, si comunica ed accende.
Persone di una vita spiritualmente elevata, avvertivano in quelle strofe tenere e incandescenti, la presenza di misteriose esperienze affascinanti. Chiesero ed insistettero al loro padre e maestro, che spiegasse, che mettesse a loro disposizione, che invitasse in qualche modo a condividere la gioia di quella divina bellezza.
Come apprendiamo dal Prologo a questi scritti, Giovanni, pur ammonendo della ineffabilità intrinseca a quelle esperienze e alla permanenza del mistero in quelle comunicazioni dello Spirito Santo, commentò quelle strofe ispirate. E noi dobbiamo essere grati a quelle anime che nel loro affetto filiale convinsero il grande mistico a parlare, dando così alla Chiesa e al mondo tanta ricchezza di dottrina.
Le poesie
Parliamo ora più direttamente delle Poesie di Giovanni della Croce. Qui le domande e i problemi che sorgono spontaneamente sono tanti. Riguardano, ad esempio, l’ispirazione, i modelli, le fonti, la perfezione della forma, i valori. A questi, e ad analoghi quesiti possono dare risposte gli studiosi che hanno a lungo meditato su quest’uomo, grande santo, grande mistico, grande maestro spirituale. Io posso solo affacciare qualche timida osservazione.
Come nasce in Giovanni l’eccelsa ispirazione poetica? Credo che nessuno possa saperlo. L’ispirazione poetica è un dono della natura, concesso da colui che la natura l’ha creata. Dono splendido e nobile, fatto per scoprire e cantare uno dei valori fondamentali dell’essere: il bello. Il quale, come le altre fondamentali proprietà e perfezioni dell’essere, ha in Dio la sua origine e la sua infinita realizzazione. Le circostanze esterne, gli avvenimenti, gli uomini che ci circondano, non sono la sorgente vera dell’ispirazione. La poesia è nell’anima, è nell’intimo dell’uomo, e sgorga specialmente quando egli scruta, contempla e parla con i valori che porta in se stesso.
Poesia e mistica
Che rapporto possiamo vedere in Giovanni tra l’ispirazione poetica e la sua eccezionale esperienza mistica?
Ispirazione poetica ed esperienza mistica sono cose profondamente diverse. L’una è un dono naturale, l’altra è realtà della grazia divina e partecipazione della stessa vita di Dio. Tuttavia quando questa esperienza è vissuta da una creatura che ha il dono della poesia, questa può acquistare dimensione e profondità nuova, perché allora entra in essa anche la bellezza di Dio, il cui godimento dà un’ebbrezza e una gioia al vertice di ogni altro godimento. Questo è il caso di Giovanni della Croce. Lo si può notare soprattutto nel Cantico spirituale e in Fiamma viva.
In queste due poesie si rivela tanto forte l’esperienza di Dio, che spesso anche il commento assume il fremito della poesia.
Questa osservazione ci fa capire anche l’originalità della poesia di Giovanni. Questo non vuol dire che egli sia senza rapporto con altri poeti e altre correnti culturali. Lo scrittore Damaso Alonso, nel suo libro La poesia di san Giovanni della Croce (trad. Cammarano, Edizioni Abete, Roma 1958), mette bene in evidenza questi rapporti con la poesia sia popolare che colta del suo tempo, e con poeti come Boscan e Garcilaso; tuttavia pone ugualmente in risalto la grande originalità del sommo poeta mistico.
Valore artistico
Quanto al valore artistico della poesia di Giovanni mi limito a riportare il giudizio dell’insigne critico Menéndez Pelayo, riferito e fatto suo da Damaso Alonso. Dopo aver elogiato l’alta spiritualità della poesia dell’altro grande scrittore spagnolo Luis de Leòn, Menéndez Pelayo scrive: «Ma vi è una poesia ancor più angelica, celestiale e divina, che sembra già esulare da questo mondo, che non è possibile misurare con criteri letterari, poiché arde di passione più di qualsiasi poesia profana, ed è tanto elegante e squisita nella forma, tanto plastica e figurativa, quanto i più ricchi frutti del Rinascimento. Sono le Canzoni spirituali di san Giovanni della Croce […]. Confesso che, al solo toccarle, mi infondono un religioso terrore. Di li è passato lo spirito di Dio, abbellendo e santificando tutto […] Giudicare tali estasi, non con il criterio retorico e meschino dei ricercatori di minuzie, ma anche con l’ammirazione rispettosa con la quale giudichiamo un’ode di Pindaro o di Orazio, sembra già irriverenza e profanazione» (Damaso Alonso, op. c., p. 11).
Indubbiamente ogni persona sensibile alla bellezza resterà affascinata dagli originali simbolismi e dalle immagini meravigliose della Notte, del Cantico, della Fiamma. Si pensi a quell’amante che, spinta dalla passione d’amore, abbandona segretamente, nella notte profonda, la sua casa, guidata, come da un radar invisibile, all’incontro con l’Amato in un luogo inaccessibile ad ogni altro. Oppure alle immagini del C’antico spirituale, dove creature celesti ed umane, e tutte le bellezze della natura vengono a cantare gli amori della sposa e dello Sposo. Oppure, ancora, nella Fiamma quelle immense caverne, simbolo delle facoltà immateriali dell’uomo, illuminate, accese e trasformate in fuoco dall’amorosa contemplazione del mistero trinitario.
Valore spirituale
Ma quello che dobbiamo più ammirare nelle poesie di Giovanni della Croce sono i grandi valori spirituali che contengono.
L’affermazione vale in genere per tutte le poesie, comprese le Romanze cristologiche e trinitarie, come per le cosiddette “Glosse al divino”, come per le poesie maggiori, certamente in misura ineguale.
Guardando all’insieme dell’opera poetica, non si può non rimanere meravigliati dei tanti e profondi valori che ci offrono. È ovvio che le poesie vanno prese insieme con il commento che Giovanni ne fa nelle opere maggiori. E questo non è arbitrario. Abbastanza chiaramente ed esplicitamente egli afferma che il commento spiega e dichiara ciò che è contenuto nelle strofe.
Nell’intuizione e nella esperienza mistica egli aveva percepito questi valori, questa ricchezza. Se noi non avessimo quei commenti, certamente non avremmo la conoscenza di tale ricchezza; ma per Giovanni era una realtà.
Prendendo, dunque, poesie e commenti ci accorgiamo della ricchezza di valori spirituali che la sua opera contiene. Si potrebbe fare un lungo elenco, andando dal mondo umano al mondo divino. Profonda è la conoscenza dell’uomo, nelle sue tendenze, nelle sue capacità, nella sua incomparabile bellezza nella creazione. Stupenda è l’opera della purificazione che la fiamma dell’amore infuso da Dio con le virtù teologali e con la contemplazione va realizzando fino alle profonde radici dell’essere e delle facoltà operative, nella sfera del sensibile, come in quella più elevata.
La figura di Gesù, Figlio di Dio e Sposo dell’anima viene disegnata in tutta la sua divina bellezza, nella tenerezza dell’amore, nella grandezza dei suoi misteri, nella sua forza creatrice e trasformatrice dell’uomo e di tutto l’universo.
Le ineffabili perfezioni divine nel comunicarsi all’uomo non potevano essere cantate con amore più appassionato e accenti più sublimi.
Quest’alta esperienza Giovanni l’ha attinta nella continua meditazione della Parola di Dio. Egli ha potuto sperimentare quello che il Vaticano II ci ha insegnato sulla divina rivelazione e sulla fede. Nella divina rivelazione – eventi e parole – il Padre celeste nel suo amore rivela all’uomo il mistero della sua vita intima, gli parla come ad amico, e l’invita e sollecita ad entrare in comunione vitale con lui. E questo fa inviando il suo Figlio e il suo Spirito. A tale rivelazione di amore e di amicizia l’uomo risponde con l’obbedienza della fede, nella quale egli si dona tutto intero per essere plasmato dallo Spirito Santo con la sua azione e i suoi doni. Da qui può nascere, per la divina benevolenza, anche la profonda esperienza di Dio e delle sue perfezioni, per la quale cresce anche la conoscenza della divina rivelazione nel Popolo di Dio. Così la Parola di Dio diventa sorgente della vita spirituale (cf Dei Verbum 2.5.22).
Per avere vissuto ed espresso così profondamente la vita divina comunicata all’uomo nelle sue radicali attuazioni, Giovanni della Croce è, e rimane sempre, un grande maestro della vita spirituale.
A motivo di questi grandi valori artistici e spirituali Giovanni della Croce meritatamente il 21 marzo 1952 è stato proclamato Patrono dei poeti spagnoli.
Ed ora una parola sul presente lavoro.
Il mio scopo è di offrire una traduzione il più possibile fedele, e nello stesso tempo scorrevole ed armoniosa. In secondo luogo presentare un breve commento alle poesie non commentate da Giovanni.
Quanto poi alle poesie commentate ho creduto utile apporre ad ogni strofa una piccola annotazione, per facilitare ai lettori, che non hanno sotto gli occhi il testo del commento di Giovanni, di poter cogliere la sostanza del suo pensiero: poiché non è facile, diversamente, seguire lo svolgimento del suo discorso. Queste brevi annotazioni vengono prese abitualmente dagli stessi testi del Santo. Per i testi in questione uso la traduzione delle Opere pubblicata dalla Postulazione Generale dell’Ordine nel 1963, tante volte ristampata sino ad oggi.
di padre Roberto Moretti ocd*
* Testo tratto da: Roberto Moretti, San Giovanni della Croce. Tutte le poesie, pp 9-14, 1998 edizioni OCD