«La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.»
1,40-45
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Parola del Signore
Con la fede in Cristo
di padre Renato Dall’Acqua
L’esperienza del dolore, a cui si aggiunge così spesso il dramma dell’isolamento e della solitudine, può spingere la domanda umana fino ai limiti della blasfemia «Dov’è Dio- il tuo Dio?». Di fronte al dolore quale risposta ci resta? Interrogati cerchiamo scampo nei ragionamenti, ma basta l’imbarazzo a scoprire l’artificio. Se l’umano approssimarsi è il primo passo di quel movimento di compassione che porta sollievo, è dalla fede in Cristo che viene la salvezza: Una chiarezza di giudizio che a una donna di esperienza come Teresa di Gesù non mancava quando, a commento delle parole del Pater “dacci oggi il nostro pane” scriveva: «Se quando era nel mondo guariva gli infermi col semplice tocco delle vesti, come dubitare che, stando in noi personalmente, non abbia a far miracoli se abbiamo fede?» (C 34.8). E noi crediamo ancora a tutto questo? A una preghiera fatta con fede, che a Dio nulla è impossibile?
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