Padre Teresio dell’Immacolata

Salvatore Iudice
Ragusa 15 giugno 1935
Monte Carmelo SR 9 marzo 2019

A cura dei Carmelitani scalzi – Monte Carmelo SR

Salvatore Iudice, figlio di Giovanni e Maria Guastella, nasce a Ragusa il 15 giugno 1935.
Ha due fratelli e cinque sorelle, delle quali una sarà suora carmelitana. Si rivela subito un bambino vivace, con personalità: lo immaginiamo buttarsi con il suo rozzo pattino lungo la discesa di Corso Italia, allora libera da qualsiasi traffico.
A circa otto-nove anni, da un amico di gioco, Carmelo Migliorisi, è invitato ad andare in chiesa; da quel momento Salvatore inizia a servire Messa come chierichetto ed un giorno manifesta alla mamma di sentire nel suo cuore la vocazione.
Lei, donna Maruzzedda, come veniva chiamata dalle comari, dal giorno in cui il figlio le confida il desiderio di rispondere alla vocazione, si reca ogni giorno presso l’edicoletta votiva della Madonna delle Grazie non tenendo conto né del freddo né del caldo, né della pioggia né del sole, per affidarle il figlio Salvatore affinché lo custodisca sempre in quella vocazione che ha sentito. Quando la famiglia si trasferisce vicino alla chiesa del Carmine, è lei stessa che lo accompagna dai Padri Carmelitani, arrivati da poco a Ragusa, i quali lo indirizzano al “Collegino” di Carlentini..
Il 1° febbraio 1947, dopo aver partecipato alla Santa Messa nella sua parrocchia dell’“Ecce Homo”, il parroco, padre Tumino, saluta il piccolo Salvatore che come Samuele ha sentito la voce del Maestro che lo invita a seguirlo.
Il giorno seguente alle cinque del mattino partecipa alla Messa che viene celebrata al Carmine e insieme ad un padre carmelitano si dirige verso il Collegio degli aspiranti alla vita carmelitana a Carlentini, dove riceve dagli stessi padri l’insegnamento necessario per poter frequentare le scuole medie e superiori. E difatti in estate del 1949, insieme a un altro ragazzo di Ragusa, viene accompagnato al Collegio carmelitano di Adro (BS), per la scuola ginnasiale. Negli studi ottiene sempre una buona sufficienza, ma la sua passione maggiore sono la musica e il canto, e così animerà sempre con il suono dell’organo e con la sua bella voce le liturgie sacre ed esprimerà il suo cuore generoso e amante del bello.
Nel luglio del 1952 entra nel Noviziato di Mantova vestendo l’abito del Carmelo e prendendo il nome di Fra Teresio dell’Immacolata. Il 21 luglio 1953 si consacra al Signore con i primi voti temporanei e il 22 luglio 1956, compiuti gli studi di liceo e di filosofia a Brescia, si consacra in modo definitivo con la professione solenne.
Compie gli studi di teologia a Venezia, dove riceve la Tonsura nella Basilica di San Marco a Venezia il 6 aprile 1957, e i quattro Ordini minori: Ostiariato e Lettorato nella Cappella della Beata Vergine Maria Immacolata del seminario, l’Esorcistato e l’Accolitato nella Basilica della Madonna della Salute il 20 ottobre 1957 dal card. Angelo Giuseppe Roncalli. Il Suddiaconato gli viene conferito nella chiesa Santa Maria di Nazaret il 16 marzo 1958. È ordinato diacono il 14 marzo 1959 e sacerdote il 18 marzo 1961 nella Basilica di San Marco a Venezia dal Patriarca card. Giovanni Urbani.
Il giorno della sua ordinazione, scrivendo una sua preghiera ante missam, affida a San Giuseppe la custodia della sua purezza.
Dopo un anno di pastorale a Treviso il padre Provinciale padre Silvio lo manda nella sua Sicilia nel Convento di Carlentini, anche con la motivazione di poter stare vicino al fratello Giuseppe infermo.
Padre Teresio cresce robusto, alto, voglioso di operare, spiccio nel parlare. Il suo carattere estroverso rivela il suo cuore ricco di umana tenerezza e il suo animo capace di percepire i bisogni altrui. Gli vengono affidati vari incarichi nel Convento di Carlentini, ma con tutta la sua energia in modo particolare si dedica ai giovani, tanti giovani che negli anni ‘60 riempiono il Carmine di Carlentini. E insieme ha il compito della promozione vocazionale, andando in giro per i paesi e per la parrocchie, in vista del Collegio degli aspiranti trasferito a Ragusa.
Nell’ottobre del 1969 fa parte della comunità educativa che si insedia nel nuovo Collegio di Trappeto – San Giovanni La Punta (CT) costruito dalla Provincia Veneta, dove si dona in tutti i modi e con tutte le sue capacità, sia per la cura dei 40 ragazzi aspiranti, sia nell’attenzione alla gente che va riempiendo il nuovo quartiere Madonna della Lacrime.
Padre Teresio nel suo servizio pastorale è sempre generoso ma anche creativo, di fronte ai problemi e alla nuove domande del tempo che cambia, si confronta con i confratelli e cerca le risposte, prestando molta attenzione ai movimenti ecclesiali che vanno nascendo e così, anche per l’esperienza non positiva del nostro Collegio come dei seminari minori, incomincia a dedicarsi con interesse alla pastorale familiare. La famiglia, per padre Teresio, diventerà il luogo privilegiato di educazione umana e cristiana e per queste finalità, la migliore alleata del suo ministero sacerdotale. Ha partecipato a corsi sull’argomento e poi ha cercato di integrare ed armonizzare, nell’azione pastorale, il ministero sacerdotale con l’autentico Vangelo del matrimonio e della famiglia. In questo campo ha sempre continuato, vedendo nelle le due vocazioni possibilità di integrazione, uscendo da logiche di subordinazione e riconoscendo ad entrambe pari dignità in quanto frutto dall’unico sacerdozio di Cristo. In questa pastorale troverà un grande aiuto nel “metodo” detto “Incontro matrimoniale”, che seguirà con la solita sua dedizione per vari anni.
Sia nella vita di comunità come nel ministero pastorale Padre Teresio si muove con il suo temperamento, volitivo e coraggioso nell’affrontare le situazioni e nell’intraprendere iniziative, alle volte è anche cocciuto e forte nel difendere le sue scelte, fino a trovarsi e mettere anche gli altri in passaggi di disagio. Mai però “per sempre”, sempre pronto a riabbracciare tutti. “Testa dura e cuore grande!”, qualcuno gli ha detto.
Nel 1974, in seguito agli orientamenti dell’Ordine che, nel passaggio critico del ’68, cerca di promuovere cosiddette “comunità di rinnovamento”, lui con altri quattro confratelli ottengono di poter vivere la vita carmelitana teresiana dando particolare rilievo alla comunità, alla preghiera-orazione, alla povertà, al lavoro e al servizio apostolico specifico. Il Padre Provinciale li destina al convento di Carlentini, che in quel periodo era sul punto di essere soppresso, e presto quel desiderio comincia a concretizzarsi nella donazione di Locomonaco dove nasce Monte Carmelo. Qui padre Teresio si darà con tutto se stesso nella ricerca dell’acqua, nella cura del terreno, che aveva bisogno di essere del tutto spietrato, nel lavoro manuale, nel servizio apostolico, specialmente rivolto ai giovani, molto intenso nonostante gli ambienti poverissimi e precari. Mai si dimenticherà della sua vocazione di carmelitano e sa inventarsi il modo di guidare giovani, adulti e famiglie nel cammino della preghiera teresiana, accompagnandoli in questo per vari anni in forma comunitaria.
Padre Teresio ha amato la sua gente anche nel tentativo di promuovere cooperative di lavoro e di consumo per giovani e disoccupati, e anche se tutto non ha avuto successo, però ha amato.
Dopo che la Provincia Veneta, per volere del Padre Generale, decide di costruire a Monte Carmelo il convento come sede di noviziato per la Sicilia, nel 1982 la comunità da Carlentini vi si trasferisce. Anche lì padre Teresio sarà disponibile sempre a tutto, e sarà a lungo economo e anche Priore.
Dopo che il 10 ottobre 1998 inizia il Commissariato di Sicilia “Sant’Alberto di Trapani” padre Teresio si coinvolge in prima persona, disponibile a qualsiasi obbedienza, sempre animato dal desiderio di contribuire all’implantatio Ordinis in Sicilia. Tra i vari incarichi è economo provinciale per diversi anni, direttore della rivista Nel cuore della Chiesa, dopo essere stato già prima Direttore della piccola rivista Il Carmelo Teresiano di Sicilia. Nell’apostolato resta sempre aperto a ogni necessità e per un periodo è anche Vicario episcopale per la Vita consacrata nella Diocesi di Siracusa, esprimendo anche in questo dedizione e spirito di iniziativa. Accetta di essere priore nella casa dello studentato a Trappeto – San Giovanni La Punta e poi di far parte della comunità di Palermo, Madonna dei Rimedi, felice di poter servire in Santuario.
Nella vita di relazione con ogni genere di persone, una sua caratteristica eccezionale, che conserverà fino alla fine, è la memoria viva e pronta di volti, di nomi, di parentele, di situazioni, e questo perché guardava ciascuno amando, specialmente quando c’era qualche motivo di sofferenza.
Nel 2007, dopo un grave ictus, causato da diabete, sofferenze cardiache e renali, da Palermo è trasferito a Monte Carmelo. Dovrà affrontare spesso crisi cardiache, entrare in dialisi, e sottoporsi a interventi chirurgici al cuore, che però, se non risolvono, migliorano per alcuni anni il suo stato di vita, permettendogli di continuare a essere disponibile al servizio dei fratelli e anche, come tanto desidera, di poter partecipare a due pellegrinaggi, uno a Medjiugorje e uno a Fatima.
Di padre Teresio bisogna anche ricordare che ha ricevuto la medaglia d’oro dell’Avis, perché dovunque si sia trovato ha donato sempre il suo sangue, segno vero della sua personalità. E negli anni 1975-80 si è adoperato per fondare l’Avis a Carlentini.
In quest’ultimo decennio, padre Teresio ha vissuto coscientemente il Vangelo della sofferenza «e partecipato a quella sofferenza, per mezzo della quale ogni sofferenza è stata anche redenta» e così abbracciando la sua croce è divenuto partecipe della sofferenza redentiva di Cristo.
Negli ultimi due anni il logorio della dialisi e il progressivo indebolirsi del cuore hanno provocato agli arti inferiori problemi vascolari, che nonostante alcuni interventi, e la cura costante e amorevole del suo infermiere, hanno portato padre Teresio a molte sofferenze fino alla consumazione della sua vita. Ma lui, che amava la vita, pregava con voce forte e credente, lo abbiamo sentito: Gesù, se tu vuoi puoi guarirmi, ma come vuoi tu.
Di padre Teresio dobbiamo rilevare l’amore semplice e filiale verso la Vergine Maria. Un nostro confratello che lo ha assistito nei suoi ultimi giorni lo ha sentito ripetere diverse volte le parole di Gesù al discepolo amato: «“Ecco tua Madre”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa».
La devozione mariana e la fiducia filiale sono state assimilate da padre Teresio nell’ambiente domestico, grazie alla mamma, verso la quale conservava un grande affetto. Le prime preghiere gli furono insegnate a casa e mai erano indirizzate al Signore senza ricordare la Madre che Egli ha voluto avere in terra. Da questo certamente derivava la fiducia nella Vergine Santissima. Anche altre preghiere popolari e imparate nell’infanzia hanno segnato la vita di padre Teresio. Ricordiamo come egli ripeteva la preghiera dell’Angelo di Fatima insegnata ai tre pastorelli come giaculatoria in riparazione dei tanti peccati: Gesù mio perdona le nostre colpe …. Questa spiritualità semplice e profonda lo ha formato fin da ragazzo e si è concretizzata in lui attraverso la celebrazione dell’Eucaristia e la preghiera del Rosario. Tra le sue devozioni ricordiamo anche l’amore a San Giuseppe e all’Angelo Custode. Ma in questi ultimi giorni lo abbiamo sentito ricordare con commozione alcuni momenti della passione di Gesù, e ripetere Gesù! Con infinita tenerezza.
L’aggravarsi della salute e le sofferenze di quest’ultimo periodo hanno spinto la comunità a cercare rimedi negli Ospedali, ma di fronte alle sue ultime condizioni, lui consenziente, si è scelto di riportarlo in convento, curato con tutto l’amore, e qui il giorno 8 marzo ha ricevuto, presente la comunità, l’estrema unzione e il mattino dopo il santo Viatico. Padre Teresio il giorno 9 marzo, presenti i confratelli e i nipoti, e il suo fedele infermiere, accompagnato dalle preghiere, nel giorno promesso dalla Madonna del Carmelo, di sabato, lentamente si è consegnato al Signore e con estrema serenità ha chiuso gli occhi a questo mondo.

Padre Teresio, il giorno della sua prima messa a Ragusa (1959)

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