P. Giusto di Maria Immacolata è tornato alla Casa del Padre

Antonio Marini, di Fortunato e Fraccaro Anna è nato tra le montagne del trevisano a Volpago del Montello il 27 febbraio 1938. Era il sesto di quindici figli.
Dopo la quinta elementare è entrato nel collegino dei Carmelitani Scalzi a Tombetta (VR) nell’ottobre 1949. Ha compiuto le scuole medie a Tombetta (VR) e i primi anni di ginnasio ad Adro (BS). Ha vestito l’abito della Madonna il 15 settembre 1955 e ha preso il nome di fra Giusto dell’Immacolata a Mantova; dopo un anno, il 16 settembre, ha emesso la sua professione religiosa impegnandosi a mantenere i voti di povertà, castità e obbedienza. Ha completato la sua formazione culturale facendo il triennio del liceo e la filosofia a Brescia. Il 19 settembre 1959 ha fatto la sua professione solenne.
Padre Giusto era alto circa un metro e settanta, castano, aveva un colore di pelle chiara. Aveva un viso ovale con una fronte ampia, le sue labbra erano sottili e il mento caratterizzato dalla fossetta. Era di corporatura snella e le mani erano piccole. Aveva un carattere molto volenteroso e premuroso, prudente e affidabile; alcune volte si mostrava introverso e silenzioso. Amava stare in comunità e desiderava che i suoi fratelli vivessero come in una vera famiglia.
Al Carmelo, da giovane frate ha sperimentato quanto era amato da Dio; ha desiderato rispondere in modo totale alla Parola che il Signore ha pronunciato su di lui e ha atteso che la portasse a compimento. Egli ha avuto come modello della sua preghiera Gesù che pregava sul monte; in tutta la sua vita da religioso ha sempre portato nel cuore e nella preghiera ogni necessità e bisogno della Chiesa, insieme alla salvezza dei peccatori. La sua preghiera preferita è stata il santo Rosario che ha considerato come la sua arma preferita per vincere la guerra quotidiana contro le tentazioni e il peccato. Egli ha amato la preghiera del Rosario che definiva la preghiera dei poveri e dei piccoli, certo che essa sarebbe stata l’ascensore che lo avrebbe portato in cielo.
Ha frequentato gli studi di teologia a Venezia e il 30 marzo 1963 ha ricevuto l’ordinazione diaconale da mons. Gottardi nella nostra chiesa Santa Maria di Nazaret e il 14 marzo 1964 ha ricevuto l’ordinazione sacerdote con l’imposizione delle mani e la preghiera di mons. Olivotti.
Il giovane frate sacerdote ha amato la sua terra; ricordava con affetto la collina di Montello, ricca di betulle, conifere e faggeti con i suoi passeri e fringuelli. Egli trovava nella natura il libro stupendo che gli parlava di Dio, della sua bellezza e della sua bontà. Nella creazione sapeva riconoscere le vestigia che la Trinità Santissima aveva lasciato impresse in essa. Tutte le volte che ritornava alla sua collina amava percorrere i sentieri che da bambino lo avevano visto correre, e come allora portava a casa un cesto pieni di funghi che conosceva e trovava nel sottobosco.
Ha iniziato il suo ministero a Treviso e a Mantova; dopo quattro anni ha lavorato con la pastorale giovanile e dal 1974 al 1978 come vice e direttore del collegino a Trappeto (CT). Dagli anni settanta è sempre stato conventuale in Sicilia nei conventi di Locomonaco, Palermo Kalsa e Rimedi, Catania ed Enna. Diverse volte ha svolto l’incarico di vicario parrocchiale a San Giacomo dei Militari e Parroco alla Pietà. Dal punto di vista pastorale ha sempre cercato di essere presente nella comunità che le era stata affidata, con una presenza fedele e continuativa, visitando famiglie, curando i bambini e i giovani, accompagnando malati e anziani con una continua formazione catechistica e spirituale. Il luogo privilegiato dove ha passato la maggior parte del suo tempo è stato il confessionale. Egli può essere certamente annoverato nell’innumerevole schiera di confessori, quasi sempre anonimi, ai quali è dovuta la salvezza di tante anime, sostenendole nel loro cammino spirituale, aiutandole nella conversione, nella lotta contro il peccato e le tentazioni, nel progresso spirituale e infine nella santificazione.
Diverse volte è stato assistente spirituale del Carmelo secolare, presiedendo nelle fraternità la liturgia, insegnando e curando i rapporti personali con tutti i membri. Aveva un’attenzione particolare per coloro che erano nella formazione iniziale, dando esempio di vita carmelitana, incoraggiando i fratelli e le sorelle secolari a impegnarsi nell’apostolato e nella missione propria dell’Ordine.
Durante la conventualità che lo ha visto vivere ad Enna, nel santuario di San Giuseppe, per diversi anni è stato cappellano della Casa Circondariale ennese. A questa pastorale ha dedicato tanto tempo non confinando il suo ruolo solo come ministro di culto celebrando Messe e sacramenti, ma è diventato per molti detenuti un sostegno e una finestra su Dio. Molte volte si è coinvolto in compiti di assistenza sociale aiutando le famiglie dei carcerati e sostenendole con aiuti materiali. Egli ha instaurato con i detenuti un rapporto personale, molte volte difficile da costruire, ma necessario perché era convinto che solo in questo modo il recluso poteva mantenere una relazione con la libertà.
Gli ultimi due anni della sua vita li ha vissuti a letto poiché a causa di una caduta si è fratturato un femore che i medici hanno ritenuto opportuno non sottoporre a intervento. In questo periodo la demenza senile ha progredito velocemente. Lui che al Carmelo ha preso il nome di fra Giusto dell’Immacolata, è andato in cielo il 13 maggio 2024, memoria della Madonna di Fatima, alle quattro del mattino, in presenza di uno dei confratelli della sua comunità che lo ha sentito dapprima respirare in maniera affannosa, dopo qualche minuto lo ha visto spalancare gli occhi e chiuderli in maniera serena. Siamo certi che P. Giusto si è addormentato nel Signore con la presenza della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo e di Gesù il quale non gli avrà fatto attendere la felicità eterna.