Nigeria, altra strage

Due bombe sono esplose stamattina nell’affollata stazione degli autobus di Nyanya Motor Park, alla periferia di Abuja, la capitale della Nigeria. Secondo i primi bilanci, sono morte almeno 71 persone e altre 124 sono rimaste ferite. È il primo attentato di questo calibro nella capitale da due anni a questa parte e i sospetti sono subito ricaduto sui terroristi islamici di Boko Haram.

Gli estremisti islamici avevano appena colpita domenica, quando hanno ucciso almeno 60 persone in diversi villaggi nella zona del Borno. Alcuni di loro sono entrati nel villaggio di Amchaka e alcuni paesi vicini, «lanciando ordigni improvvisati – riferiscono alcune fonti – all’interno delle abitazioni per incendiarle. Subito dopo hanno iniziato a sparare in tutte le direzioni sugli abitanti che cercavano di fuggire, uccidendone almeno 60 e ferendone molte altre». Secondo alcune testimonianze, i terroristi di Boko Haram avrebbero anche danneggiato alcuni pozzi artesiani, unica fonte d’acqua per la gente del posto.

Il paese, dunque, è sempre più allo sbando e il presidente Goodluck Jonathan non sembra essere riuscito a trovare un’adeguata strategia per fermare la setta islamica. Chiese bruciate, scuole distrutte, cristiani (ma anche musulmani) ammazzati con le tecniche più violente. Secondo calcoli approssimativi sarebbero almeno 1.200 le morti provocate da Boko Haram a partire dal 2009.

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